Articolo a cura di Susanna Ribeca, (scrittrice)
Oggi è il 9 gennaio, per il Giappone una data importantissima: è il Seijin no Hi, durante il quale si celebrano e festeggiano tutti i ragazzi e le ragazze che dal 2 aprile dell’anno precedente sino al 1° aprile del nuovo anno diventano maggiorenni.
Quest’anno la festa è doppiamente speciale: infatti, a seguito della riforma del Codice Civile, i giapponesi diventeranno maggiorenni a 18 anni, e non più a 20, come in precedenza.
Tuttavia, per i minori di 20 anni è rimasto il divieto di gioco d’azzardo, fumo e alcool, quello di ottenere una patente per camion e altri veicoli di grandi e medie dimensioni e di iniziare a dare i contributi per la pensione.
Fino al 1999, questa festa si svolgeva sempre il 15 gennaio; dal 2000 si è stabilito che debba cadere nel secondo lunedì del primo mese dell’anno, quando è stato introdotto l’Happy Monday System, una riforma del calendario lavorativo volta a far ricorrere le feste nazionali di lunedì, in modo da creare dei ponti di tre giorni nell’anno giapponese, storicamente “povero” di vacanze.
Il Seijin no Hi prende origine dalla cerimonia del “genpuku” per gli uomini e del “mogi” per le donne.
Il genpuku viene fatto risalire tradizionalmente al 714 d.C., anche se la tradizione di festeggiare i giovani che raggiungevano la piena età esiste fin dall’antichità.
Nel 714 d.C. un giovane principe si legò i capelli, indossò una corona o un eboshi (tipico cappello giapponese) e si cambiò di abito. Si dice che, da lì in poi, a volte i maggiorenni cambiavano anche il nome.
La festa fu poi allargata anche alle donne, che indossavano per l’occasione il mogi (tipico abito giapponese), annodavano i capelli e tingevano i denti di nero con il ferro.
Col tempo queste due attività divennero dei veri e propri riti, andando a sostituire le consuete prove che si affrontavano per raggiungere la maturità.
All’epoca, un ragazzo veniva “presentato” al tempio quando aveva tra gli 11 e i 17 anni; ufficialmente si veniva presentati all’ujigami, il kami protettore della zona.
Le ragazze, invece, diventavano maggiorenni fra i 12 e i 14 anni.
Fino al periodo Heian, la festa riguardava soltanto i nobili; dall’epoca Muromachi si diffuse anche nelle classi inferiori.
In realtà, però, il Seijin no Hi divenne festa nazionale ufficiale solo nel 1948.
In questo giorno, le ragazze indossano generalmente fini kimono di seta a colori vivaci, nello stile “furisode”, cioè con lunghe maniche verticali, usate solamente nelle cerimonie importanti.
Poiché a gennaio il clima è freddo, è comune che le ragazze portino delle stole bianche di tessuto sintetico per proteggersi dalle temperature rigide. Il trucco, l’acconciatura e perfino la vestizione prendono moltissimo tempo, specialmente perché in genere le giovani non sono abituate ad usare il kimono ed interviene in loro aiuto una persona veterana esperta.
Anche i ragazzi usano i vestiti tradizionali, l’hakama e l’haori, generalmente neri e caratterizzati dal Mon (il blasone di famiglia). L’hakama somiglia ad una larga gonna-pantalone o una gonna a pieghe, viene legata alla vita ed è lunga approssimativamente fino alle caviglie. L’haori è una giacca tradizionale che si indossa sopra il kimono.
A causa dell’influenza occidentale, alcuni giovani preferiscono vestirsi con completi neri e la cravatta.
Il governo giapponese incentiva finanziariamente il Seijin no Hi, principalmente per il basso tasso di natalità.
La cerimonia, infatti, è abbastanza cara. I ragazzi spesso prendono in prestito dai parenti o affittano i vestiti per l’evento, poiché comprare un kimono o un hakama comporta una spesa ingente.
I nuovi maggiorenni sono invitati a partecipare ad una cerimonia civile, solitamente di mattina, durante la quale ricevono piccoli regali e una somma di denaro, donata dal governo giapponese; essi assistono anche ad una serie di conferenze in cui si parla dei loro nuovi diritti, dei doveri e delle responsabilità che dovranno assumersi a partire da quel momento.
I diritti sono quelli di potersi sposare senza autorizzazione genitoriale, votare, comprare sigarette e alcolici, vivere da soli, stipulare un contratto telefonico o relativo alla carta di credito, chiedere mutui e prestiti per acquistare la casa e l’automobile. Tuttavia, come abbiamo già detto, per i minori di 20 anni è rimasto il divieto di gioco d’azzardo, fumo e alcool, quello di ottenere una patente per camion e altri veicoli di grandi e medie dimensioni e di iniziare a dare i contributi per la pensione.
Anche l'età in cui le giovani donne possono sposarsi cambierà.
Fino ad ora, i maschi potevano sposarsi a 18 anni e le femmine a 16, previa autorizzazione, ma con la nuova legge sarà 18 anni per entrambi i sessi.
La differenza era basata sulla convinzione che le femmine si sviluppassero fisicamente e mentalmente prima dei maschi, ma la si è voluta cambiare al fine di eguagliare la posizione giuridica di entrambi i sessi. Ciononostante, l'età in cui gli adulti possono adottare un bambino resta fissata a 20 anni, viste le responsabilità che un tale gesto comporta.
Si prende coscienza del fatto che essere adulto significa essere pronto a prendere decisioni davanti agli ostacoli della vita e a fare le giuste scelte in relazione al futuro e alla professione a cui dedicarsi, nonché compiere tutti gli obblighi richiesti dalla società.
Fa parte della tradizione, come retaggio delle antiche cerimonie rituali, che i nuovi adulti si rechino al tempio o al santuario per essere benedetti ed avere fortuna in questa nuova fase della vita.
Dopo le cerimonie, i giovani si riuniscono in gruppo, vanno alle feste o escono a bere e così le strade di tutto il Giappone sono invase dalla gioventù elegante ed allegra nei costumi tradizionali.
Articolo a cura di Susanna Ribeca, (scrittrice)
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