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Immagine del redattoreSusanna Ribeca

OMAMORI: il talismano giapponese

(Articolo a cura di Susanna Ribeca, scrittrice)


Dopo l'ultimo articolo Wabi-Sabi, andiamo a parlare di "OMAMORI".


In Giappone, un fenomeno tipico della tradizione popolare religiosa è l’omamori, un amuleto o talismano assai diffuso ancora oggi.

La parola giapponese mamori (守り) indica “protezione”, mentre il prefisso onorifico “o” dà alla parola un senso movente verso l'esterno, con il significato di "tua protezione".


Esso funziona come un tramite attraverso cui il potere sacro della vita fluisce negli esseri umani.

Ricordiamo che la religiosità giapponese percepisce la presenza dei kami, ossia degli Dei, in ogni tipo di oggetto. Anche se un aggressivo secolarismo pervadegli ambienti intellettuali nipponici, la gente comune crede ancora che la causa delle disgrazie umane risieda nel regno dei kami.


In altre parole, un’impalpabile alterità aleggia in certi posti ed in certi momenti ed ha il potere di aiutare o distruggere.

Questo potere, che non è trascendente ma immanente, può essere incorporato in un talismano, che si ottiene dentro o vicino ad un santuario o a un tempio e viene collocato in casa, in automobile o legato alla borsa e portato sempre con sé.



L’omamori è un sacchetto di stoffa che racchiude al suo interno una preghiera propiziatoria o protettiva scritta su un foglio di carta o un pezzo di legno.

Spesso, su un lato è specificata l'area di fortuna o di protezione a cui è destinato e, sull'altro lato, il nome del santuario o del tempio in cui è prodotto.


Le due tematiche, quella della presenza immanente degli Dei e quella della possibilità di persuaderli a trasmettere potere a determinati oggetti, appartengono alla preistoria del Giappone.

Specchi, sciarpe, spade, rocce, bambole e colonne sono alcune fra le cose che attraverso i secoli sono servite come dimora degli Dei. Per esempio, la parola Kojiki evoca un rituale attraverso cui si induce un kami a risiedere in un sahaki, un albero decorato con delle strisce di stoffa bianca e blu, uno specchio e dei rosari di magatama, perle curve di giada, agata, quarzo o diaspro.


Un’altra importante tematica è l’abilità delle strutture religiose di adattarsi ai nuovi bisogni e ad alle nuove situazioni che si creano con l’evolversi della società e dei costumi; questo ha portato a credere che certe divinità hanno specifici poteri di curare le malattie, di proteggere i viaggiatori, di provocare la pioggia o di assistere nel raggiungimento di determinati obiettivi professionali e scolastici.


Oggigiorno esistono sette specifici temi a cui può servire un omamori; in ordine di domanda, essi sono:

Koutsu Anzen - Protezione per i guidatori e i viaggiatori di tutti i tipi.

Yaku yoke – Protezione contro il male.

Kaiun – Portafortuna

Gakugyojoju - Per studenti e scolari.

Shobaihanjo - Successo nel lavoro e negli affari.

Enmusubi - Disponibile per single o coppie per garantire amore e matrimonio.

Anzan - Protezione per le donne in gravidanza e per garantire un sicuro e facile parto.


Anche il Kanai Anzen, per la buona salute e l'aiuto durante la malattia, ha grande importanza.

Imamiya-Jinjya (Kyoto)



Raramente i templi ed i santuari offrono omamori per tutti i tipi di protezione.

Mentre il santuario Tenmangu a Dazaifu offre 19 tipi di amuleti per coprire 7 differenti funzioni, il tempio Sensōji del quartiere di Asakusa a Tokyo (che sostiene di distribuire più omamori di tutti i centri del Giappone) ha 15 forme per 6 bisogni specifici. Un altro popolare centro di distribuzione di omamori, il santuario Kompira a Shikoku, offre 77 differenti tipi di talismano per 45 bisogni di aiuto, fra cui il successo in un’elezione, un buon raccolto di tabacco, la protezione del motore di una nave e la prevenzione dell’inquinamento dell’acqua.


È comunque possibile recarsi in certi templi e chiedere ai monaci un talismano per particolari preoccupazioni, come per esempio un neonato che piange molto, o brutti sogni.

Si registra anche la stravagante richiesta di un uomo: un amuleto che lo proteggesse dalle donne!

Se poi il tema acquista popolarità, i templi lo inseriscono nel loro repertorio.


Con l’evoluzione sociale e tecnologica, anche la forma degli omamori sta cambiando: oggigiorno è comune trovarli a forma di carta di credito, riflettore per bicicletta, adesivo per paraurti e perfino anelli per le dita.

Anche il nome si modifica: la nuova religione PL Kyōdan li chiama amuretto.


La plastica sta affiancando il legno e la carta nella loro produzionee, data la grande domanda a cui i santuari (in particolare, le donne laiche che li confezionano) non riescono a stare dietro, sono nate fabbriche di omamori a Tokyo e Osaka (e anche in Cina).

Gli agenti di commercio percorrono tutto il Giappone e, anche se molti santuari si rifiutano di acquistare omamori di produzione industriale, coloro che ne vendono in grande quantità sono dei buoni clienti per queste aziende.

Omamori stile Pokemon



Ma perché un tempio o un santuario sono “abilitati” a confezionare questi amuleti?

La risposta sta nel fatto che essi devono avere o un potente gohonzon (immagine buddista) o un goshintai (divinità shintoista), e un engi o storia.

La storia deve presentare le caratteristiche di un fenomeno divino e deve avere avuto luogo nel posto in cui sorge l’edificio di culto o nelle immediate vicinanze.

L’engi è in genere ricordato in un festival annuale. Per esempio, Sensōji a Tokyo ha origine dalla scoperta di un’immagine d’oro della dea Kannon, catturata dalle reti di un povero pescatore nell’era Edo.

La storia è rafforzata da una più antica, secondo la quale un dragone dorato uscì dalla baia per scaldarsi al sole proprio nella zona in cui sorge il tempio.


Un famoso omamori del santuario Yasaka a Kyoto ha un engi che gli fornisce il potere di proteggere la discendenza.

Si narra, infatti, che un Imperatore in incognito chiese di essere ospitato per la notte ad un residente di un villaggio.

Questi lo trattò male e lo cacciò.

Il fratello più giovane dell’abitante incivile, invece, lo ospitò con grande cortesia e affabilità.

Il giorno dopo, l’Imperatore benedì il giovane assicurandogli che la sua progenie sarebbe stata molta e avrebbe avuto una lunga vita, mentre quella del fratello sarebbe stata perseguitata da malattie e disastri.


I gohonzon o i goshintai sono figure centrali nella storia (engi).

La dea Inari ha la reputazione di aiutare nei guadagni, sia nell’agricoltura che nel commercio.

Il buddista Fudō Miyōō ha una consolidata reputazione nella protezione dei viaggiatori.

Benzaiten, noto perché protegge il denaro, è ricercato quando le preoccupazioni fiscali sono grandi.

Kishōten, originariamente il protettore degli attori, ha l’abilità di cambiare l’impossibile in possibile ed è attualmente richiesto per il talismano yaku yoke.


Bisogna comunque rimarcare il fatto che il possesso dell’omamori in sé non significa nulla se non è accompagnato dallo sforzo totale e sincero di chi chiede di essere aiutato.

Senza la partecipazione attiva del possessore, il talismano, che funziona come un supporto alla richiesta, non può evitare insuccessi e fallimenti.

Insomma, come in tutte le cose, bisogna crederci.


(Articolo a cura di Susanna Ribeca, scrittrice)


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