I modelli impiegati nei kimono classici non sono solo decorativi, ma contengono un significato culturale speciale
(Articolo a cura di Susanna Ribeca, scrittrice)
La parola kimono, il tradizionale vestito giapponese, significa letteralmente “cosa da indossare", quindi “abito”.
L’uso del kimono è molto antico. Portato da persone di tutte le classi sociali, attualmente non fa più parte della quotidianità, essendo adoperato solitamente nelle cerimonie e nelle occasioni speciali (matrimoni, lauree e festival-omatsuri).
Si tratta di una veste di seta e broccato (ma ai giorni nostri è fabbricata anche con tessuti moderni, come rayon, cotone e poliestere) a forma di T, dalle linee dritte, che arriva fino alle caviglie, con colletto e maniche lunghe.
Le maniche solitamente sono molto ampie all'altezza dei polsi, fino a mezzo metro.
Le donne nubili indossano kimono con maniche assai lunghe che arrivano fin quasi a terra, chiamato “furisode”.
La veste è avvolta attorno al corpo, sempre con il lembo sinistro sopra quello destro (tranne che ai funerali dove avviene il contrario) e fissato da un'ampia cintura annodata sul retro chiamata “obi”.
I modelli impiegati nei kimono classici non sono solo decorativi, ma ad ogni dettaglio è associato un significato culturale speciale.
Fiori come il “sakura” (il celeberrimo fiore di ciliegio), il “momo no hana” (fiore di pesco), il “fuji” (glicine) e il “momiji” (acero), hanno un significato legato alle stagioni, ma sono anche metafore di virtù come la longevità e la resilienza.
Anche i modelli che rappresentano gli animali e gli insetti, come il coniglio, la tartaruga, i pesci, le farfalle, le libellule, sono l’espressione della bellezza ludica del creato.
Dato che lo scintoismo ed il buddismo insegnano l’importanza dell’armonia con la natura, perfino i fenomeni naturali come l’acqua, la terra e le nuvole sono presi come ispirazione per gli ornamenti dei kimono.
I fiumi rappresentano la continuità ed il futuro, le montagne, come il Fujisan, incitano a superare gli ostacoli della vita.
Il kimono (wafuku) è dunque l’abbigliamento tradizionale giapponese, tanto maschile quanto femminile.
Originario della Cina, solo a partire dal Periodo Edo (1603-1867) comincia ad avere un proprio stile.
Quello più comunemente usato è lo “yukata”, il kimono estivo in tessuto più leggero.
Il kimono è addirittura festeggiato in Giappone il 29 maggio, nel “Gofuku no Hi”.
Da sempre, i bei modelli artistici usati nei kimono tradizionali riflettono i sentimenti delicati del popolo giapponese in relazione all’alternarsi delle stagioni, ma anche le convenzioni sociali, che sono cambiate durante la lunga storia del Paese.
Per esempio, anche ai giorni nostri, i fiori di ciliegio, il crisantemo e i fiori di pruno sono molto usati nei matrimoni, per cui lo schema floreale deve essere adattato al mese in cui si svolgerà la cerimonia.
Un aspetto molto tradizionale del design giapponese, tornato in voga, è il “Wagara”, che si traduce semplicemente come un modello o disegno nipponico. Sviluppatisi nel periodo Heian (794-1185) a partire da una combinazione di calligrafia antica e motivi di pittura tradizionali, ognuno dei suoi storici schemi ha un significato che viene accostato ad un’epoca o a un’occasione speciale. Usando forme legate fra loro e linee pulite, i wagara sono generalmente disegni geometrici ripetitivi derivati da elementi naturali, come onde e fiori.
Vediamo più da vicino i vari modelli raffigurati sui kimono.
IL MODELLO TSURU (gru giapponese)
Secondo una leggenda, la gru giapponese può vivere fino a mille anni, per cui è considerata simbolo di longevità e fortuna. Siccome le gru sono monogame, personificano anche l’amore coniugale e la fedeltà, perché solo la morte può separarle.
Tale modello è ovviamente usato nei tradizionali vestiti da matrimonio.
IL MODELLO HOUOU (fenice)
La leggendaria fenice (Houou) è il simbolo della Famiglia Imperiale Giapponese e è legata ad una vasta simbologia, quale la prosperità, la rinascita, la vita, la crescita, la fedeltà e la longevità. Come l’araldo dell’inizio di una nuova Era, la fenice scende dal Cielo alla Terra per fare delle buone azioni e poi ritorna alla sua abitazione celeste.
IL MODELLO UGUISU (uccello verde)
Il passero color verde “Uguisu” è piuttosto apprezzato in tutto il Giappone, il suo dolce canto annuncia l’arrivo della primavera e, a causa del sottile fascino, è ampiamente celebrato nelle poesie e nelle stoffe dei kimono, poiché è considerato un simbolo di finezza e femminilità.
IL MODELLO CHOU (farfalla)
Fin dall’antichità, nella cultura nipponica le farfalle rappresentano la vita e l’eternità. Si crede che queste incantevoli creature trasportino l’anima umana nel viaggio fra il regno dei vivi e quello dei morti. Simboleggiano il ciclo dell’esistenza, che inizia con la nascita come un semplice bruco, fino alla sua trasformazione in maestosa farfalla e da qui al passaggio al livello immortale e alla rinascita. Sono anche il simbolo della soavità primaverile e della gioventù.
IL MODELLO MATSU (pino)
Il pino è simbolo di forza e superamento degli ostacoli, è l’albero che non perde mai il suo vivido colore verde; anche se la neve più intensa lo ricopre durante il rigido inverno, si mantiene dritto ed intatto senza cedere mai.
IL MODELLO BOTAN (peonia)
Da sempre la peonia è l’ornamento di raffinati kimono. Questo fiore rappresenta fortuna, prosperità, bellezza eterna, coraggio, giustizia e nobiltà. La rigogliosità dei cespugli, con le belle foglie selvagge, da cui svettano i gambi rigidi ornati di fiori con petali delicati, simboleggia il coraggio e l’onore.
IL MODELLO KIKU (crisantemo)
Il crisantemo è il “Fiore Nazionale del Giappone” ed è un simbolo della Famiglia Imperiale. Raggiunge il culmine della bellezza in autunno, con un’esplosione di colori brillanti, come il rosso, il giallo, il viola ed il bianco. Il crisantemo significa principalmente nobiltà e fiducia, ma ogni colore contiene anche un suo peculiare concetto: per esempio, un crisantemo rosso esprime il vero amore, il bianco è associato alla verità e alla purezza. Oltre a ciò, è considerato il simbolo del Sole grazie allo splendore dei suoi trecento e più petali, che gli danno il suo particolare aspetto.
IL MODELLO UME NO HANA (fiore di pruno)
Questo modello è il simbolo della tenacia, della resilienza, della speranza e della perseveranza, perché, nonostante i suoi petali siano delicati, fiorisce in tutto il suo splendore durante la stagione invernale, fredda ed ostile, con la neve ancora posata sui rami. Il fiore di pruno rappresenta la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo, annuncia la fine dell’inverno e l’arrivo della primavera. Riflette anche la bellezza femminile, l’eleganza, la lealtà, il vigore ed il cuore puro.
I fiori di pruno, i bambù ed i pini sono considerati un terzetto di buon auspicio, chiamato “Shouchikubai”, raffigurati come intrecciati fra di loro nei tradizionali kimono matrimoniali e per le cerimonie speciali, quali “Misedashi” (cerimonia di ufficializzazione della maiko) e “Erikae” (cerimonia di ufficializzazione della geisha).
IL MODELLO RAN (orchidea)
In Giappone, l’orchidea è intrecciata con la storia dei samurai.
Fin dai tempi antichi, questo fiore delicato era valorizzato dalla Casa Imperiale per la sua fragranza e la sua bellezza; era considerato un simbolo di coraggio per il samurai che fosse andato alla sua ricerca e avesse avuto successo nel portarlo alla Corte. Quindi, l’orchidea rappresenta il coraggio, la ricchezza e la nobiltà.
IL MODELLO SAKURA (ciliegio)
I fiori di ciliegio sono uno dei principali simboli del Giappone e rappresentano rinnovamento, gioventù, amore, speranza e fugacità della vita. Nel passato, i samurai erano grandi estimatori del fiore di ciliegio, associato alla transitorietà dell’esistenza umana, ed adottando la sua profonda simbologia nel codice del samurai (“Bushidō”, “Il cammino del guerriero”): “Viva il presente senza paura”. Questo fiore è anche presente nella filosofia giapponese “wabi-sabi” (vedi gli articoli sul blog), e cioè l’atto di cercare la bellezza nelle imperfezioni e di accettare il ciclo della vita.
IL MODELLO SEIGAIHA
Il modello geometrico “Seigaiha”, cioè le creste delle onde sulla superficie dell’acqua, divenne popolare in tutto il territorio nipponico a metà del Periodo Edo e significano la forza e la resilienza attraverso il flusso ed il reflusso costante della vita, così come il desiderio di un’esistenza pacifica, piena di felicità e fortuna. Oltre al modello più semplice, ne esistono innumerevoli variazioni, ed è usato spesso in estate e per l’Anno Nuovo.
IL MODELLO RYUU (drago)
I draghi colorati che ornano i kimono indicano coraggio, forza, sapienza, virtù, prosperità ed equilibrio. Diffusa è la anche la credenza che la sua figura di buon auspicio allontani i mali.
Questi modelli trasformano dunque un kimono in qualcosa di profondamente legato alla cultura nipponica e da cui possiamo apprendere molto sul Giappone.
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(Articolo a cura di Susanna Ribeca, scrittrice)
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